Alcuni giorni fa, presso il Centro Polivalente di Pretare, si è
tenuto il Concerto di Natale della scuola di Arquata del Tronto, con l’
occasione è venuto Babbo Natale accompagnato da un verde folletto pieno
di magia ( … guarda caso assomigliavano ai miei amici Salvatore e Mago
Manuel ). E’ stata una bella serata di festa che è servita anche per
cancellare, almeno per un giorno, il dolore di quello che ci sta
accadendo. C’ erano tante famiglie e tutti sappiamo che la famiglia è il
luogo principale di formazione dell’ identità e della coscienza, l’
ambiente privilegiato per la trasmissione dei valori. Qui, ormai, da
generazioni purtroppo ci sono alcuni piccoli potentati che hanno
strumentalizzato l’ istituzione familiare, i suoi valori, le relazioni
tra i suoi membri, stravolgendo completamente il significato di paesi e
comunità con il fine ultimo di aumentare egoisticamente il proprio
prestigio, la desiderabilità di appartenenza ed in ultimo l’ esercizio
del potere, basato sempre sul controllo capillare del territorio e delle
singole famiglie. Sono talmente malati che succhierebbero l’ anima
della gente e lo spirito dei luoghi, capaci solo di riempirsi le tasche
di una rendita continuata, si vendono agli speculatori forestieri,
adulterano informazioni, transennano territori, incamerano fondi. Sono
roditori, sanguisughe infinite capaci solo di ragionare con il ” mors
tua vita mea “, di creare ed inventare diffamazioni perché sopra esse
mangiano con le loro speculazioni che assecondano l’ incuria ed il
degrado creati dagli smottamenti della terra e contribuiscono ad
azzerare il profilo dei nostri luoghi. Quando vengono intervistati o
interpellati dichiarano che, malgrado il disastro, ad Arquata è tutto a
posto. Tanto loro non vivono in case di plastica con i tetti che ogni
tanto volano, con l’ acqua gelata, con la corrente elettrica che se
ne va, la rete fognaria fatta con i piedi che si ottura, non hanno il
bestiame intrappolato nella neve che viene svenduto per sopravvivere,
non sono senza lavoro, non hanno cose che sono sparite con le macerie
delle loro case. Vorrei ricordare a loro, che Arquata del Tronto
possedeva almeno due risorse dal valore incommensurabile : il patrimonio
storico ed il paesaggio. Tutti noi, e dico tutti noi, abbiamo
contribuito a valorizzarli, facendoli conoscere ed è per questo che io
continuo, e continuerò ad affermare che l’ obiettivo prioritario a tutti
i livelli : pubblico, privato, associazionistico, dei singoli
cittadini, dovrebbe essere quello di recuperare, tutelare e valorizzare
tali risorse. Solo oggi, dopo l’ immane distruzione, ci rendiamo conto,
molto spesso e nostro malgrado, che risulta essere più congeniale alle
necessita contingenti il massimo risultato nel breve tempo, senza
valutare quanto si potrebbe ottenere, invece, considerando il potenziale
beneficio in un arco temporale più ampio. Preservare l’ ambiente, il
paesaggio e l’ immenso “giacimento” dei beni culturali, proprio come se
Arquata fosse un’ inesauribile miniera a cielo aperto di gemme preziose,
significa innanzi tutto migliorare la qualità della vita di chi un
questa terra continua a viverci tra mille difficoltà. Conservare il
paesaggio, poi, è importante se vogliamo continuare a puntare sul
turismo. magari selezionando degli itinerari alternativi che possano
contribuire a compensare le chiese ed i monumenti che per ora abbiamo
perso, almeno fino a quando non saranno ricostruiti. Sui beni culturali e
sulle opere artistiche non è che ci sia molto da aggiungere a quanto è
già stato detto in passato : essi sono la nostra memoria storica e, se
per ora sono stati portati altrove , dobbiamo combattere affinché
tornino nella nostra terra perché sono per noi un’ enorme potenziale
turistico. Ricordate che loro sono delle meravigliose risorse di
proprietà dell’ intera comunità arquatana e ci sono state affidate
aldilà dei nostri meriti. E sarà per questo che, in effetti, stiamo
facendo molto poco per preservarle e recuperarle, non riuscendo a
guardare al di là di illusori e fuggevoli interessi estemporanei. Una
mia ricerca appassionata per la tutela del patrimonio storico, artistico
e naturale di Arquata del Tronto, ha messo in evidenza, una serie di
emergenze che potrebbero avere effetti deleteri ed irreversibili per l’
ambiente ed il paesaggio. Si tratta degli immensi cantieri stradali,
della continua rimozione delle macerie storiche. Ma tant’ è, si tratta
d’ interventi che servono a rilanciare l’ economia !!! Non certo la
nostra e poco importa se la rocca, il capoluogo, le chiese, le dimore
storiche, simbolo della nostra terra, rischiano di sparire per sempre.
Amici, paesani, fratelli carissimi, questo Natale sento di esprimervi
tutta la mia simpatia e benevolenza ed un breve pensiero sulla festa più
importante della cristianità. Questa grande, bellissima festa, è la
celebrazione di un’ evento ancora presente e vivo, non un ricordo
sbiadito di una favola antica, ma un mistero ricco di suggestioni e di
realtà che sono nascoste nel nostro spirito. E’ il Natale del Dio
Creatore che ha voluto farsi uomo per stabilire la sua dimora sulla
terra e condividere la vita dei suoi stessi figli. Nonostante la grande
tragedia che ci ha colpito, Dio non ci ha dimenticato perché noi siamo
una sua creazione. Chissà se questo Natale porterà, finalmente,
cambiamenti radicali che avvieranno tutti noi verso la strada della
giustizia, della tolleranza, dell’ amore. Il Natale con la sua poesia
ingenua ed ottimista, con le sue tradizioni di pace ed intimità, apre il
cuore ad intuizioni di dolcezza e di tenerezza che non sono comode
illusioni ma profonde provocazioni di una verità esaltante. Si vive il
Natale in famiglia, là dove questa realtà è ancora presente e viva, là
dove il calore del focolare non si è spento e nutre, e sostiene, un
rapporto via, via più generoso e più fecondo. Che la festa del Santo
Natale sia ora l’ occasione per far rinascere i valori dell’ amore, del
sentirsi insieme nel portare tutti questi pesi della distruzione e del
dolore ma anche del godere dei momenti felici del vivere. E’ l’
occasione per riscoprire la verità di persone a cui siamo abituati e che
ancora non abbiamo compreso, far ritrovare sorgenti di ottimismo, di
forza, di coraggio, che dopo il terremoto abbiamo spesso ignorato. ”
Natale con i tuoi ” si suol dire ; ma i ” tuoi ” siamo tutti, a
cominciare da chi è unito con vincoli di sangue, per allargarsi a chi è
più solo e vittima dell’ egoismo e dell’ ingiustizia di cui siamo in
parte tutti colpevoli. Solo attraverso il nostro amore e la nostra
accoglienza capiremo che Nostro Signore è venuto, è viene, è vuole
ancora manifestarsi per renderci tutti fratelli. Concludo facendovi i
miei più sinceri auguri di Buon Natale e che la felicità e la gioia vi
siano, d’ ora in poi, sempre accanto.
Vittorio Camacc